Dal 10 luglio al 3 novembre 2025, la costa toscana sarà sede di Arte diffusa sulla costa toscana. Le sculture di Giuseppe Bergomi, tra Bolgheri, Castagneto Carducci e Casale Marittimo
Dal 10 luglio al 3 novembre 2025, la costa toscana sarà sede di Arte diffusa sulla costa toscana. Le sculture di Giuseppe Bergomi, tra Bolgheri, Castagneto Carducci e Casale Marittimo. Il progetto, ideato e curato da Paola Maria Formenti, rende omaggio all’opera dello scultore bresciano Giuseppe Bergomi, tra le voci più autorevoli dell’arte italiana contemporanea. Il suo lavoro – che si avvale di una grande familiarità con la scultura della tradizione classica, assimilata, interiorizzata e riletta alla luce di un atteggiamento del tutto contemporaneo – dialoga in modo naturale con il paesaggio e la storia di questo territorio.
Tre borghi, un territorio che viene collegato da un unico filo conduttore: l’arte. Questa iniziativa nasce infatti con lo scopo preciso di rafforzare il legame culturale tra comunità e territorio, attraverso un dialogo tra arte, storia, natura e architettura. Una geografia morfologicamente continua, quella di questa parte di Toscana, che travalica i confini comunali e si unisce in un racconto condiviso. Già celebrata nella letteratura – da Dante alle memorie carducciane – e recentemente affermatasi a livello internazionale grazie ai successi della viticoltura, questa terra si fa ora teatro di un percorso artistico che unisce luoghi e visioni. Il progetto è realizzato con il patrocinio dei Comuni di Castagneto Carducci e Casale Marittimo, con l’autorizzazione della Curia di Massa Marittima.
Arte Diffusa in Toscana si articola in un itinerario che tocca luoghi simbolici dei tre borghi, trasformando spazi pubblici in luoghi di contemplazione e dialogo. Le opere di Giuseppe Bergomi, scelte per la loro coerenza poetica e formale, si integrano armoniosamente con il paesaggio e l’architettura locale.
Il percorso espositivo
“Il corpo umano è un libro infinito che tu reinterpreti ogni volta da capo”
Giuseppe Bergomi
A Castagneto Carducci, comune della costa etrusca, sono cinque le opere outdoor visibili camminando tra le vie del borgo, tra queste spicca Ellisse (bronzo) – una delle tre nuove opere appositamente realizzate – e Cronografia di un corpo, 2012 (bronzo, acciaio e policromia), posizionate nel Piazzale Belvedere assieme all’opera Grande coppia su parallelepipedo 1997 (bronzo). Nella storica Piazza della Gogna sarà invece collocata la scultura Cubo con figure che guardano in alto, 2023 (bronzo). Mentre a dominare lo scenario davanti al Municipio, in via Vittorio Emanuele, sarà la seconda nuova opera Geometrie descrittive 3 (corten, bronzo e ferro) rappresentante due figure, una seduta e una in piedi, in un gioco di equilibrio astratto che crea una connessione spaziale tra di loro. A Palazzo Espinassi Moratti, in una stanza sotterranea di architettura medievale, sotto le volte del soffitto i cui volumi formano un tunnel stretto e lungo, sarà esposta la celebre scultura Africa con violoncello presentata in occasione della Biennale d’Arte di Venezia del 2011 (bronzo a grandezza naturale) in tutta la sua plasticità dirompente. La accompagnano una decina di sculture, figure di piccola dimensione, sullo stesso tema del corpo umano.
A Bolgheri, nel piccolo borgo medioevale famoso per il suo viale dei cipressi, sarà invece la terza nuova opera site-specific Stele con annunciazione (acciaio corten e bronzo) – con un altorilievo dell’annunciazione e nella parte posteriore un piccolo Golgota – a dialogare con il sagrato della chiesa all’interno delle mura.
A Casale Marittimo, borgo medioevale che domina la Val di Cecina e offre viste mozzafiato sull’Arcipelago Toscano, tra piccoli slarghi e le minuscole vie si arriva alla Canonica dove ci si imbatte nelle sculture Ilaria e Valentina e Cubo con figure. Il percorso prosegue fino alla Piazza del Popolo dove all’Oratorio di San Sebastiano si incontra Colazione a letto, opera del 2024, raffigurante l’artista, la moglie, le figlie e le nipoti, un omaggio a tre generazioni della sua famiglia, simile a una gigantesca zattera – mausoleo di tre età della vita. Il percorso si conclude al Coppaio, con l’opera Piccola coppia su parallelepipedo, in una suggestiva piazza panoramica dove la vista si perde tra il cielo, la rigogliosa campagna e il mare.
… Le figure di Bergomi, gettate nel mondo, sembrano interrogarsi, senza alcuna possibilità di avere risposte certe, sul mistero della vita umana e sul senso della presenza individuale. Anzi, più che meditare su questi misteri, sembrano sentirli e abitarli. In questi corpi in attesa ci sono tutte le potenzialità fisiche ed emozionali, ma nessuna è esplicitata e individuata, tutto è ancora possibile. Per questo lo scultore bresciano è anche lo scultore del “non detto”. E forse, citando Proust, amatissimo da Bergomi, ogni figura del nostro artista sembra percepire più o meno consapevolmente la “presenza di quelle realtà invisibili alle quali aveva cessato di credere e rispetto alle quali sentiva di nuovo il desiderio e quasi la forza di consacrare la sua vita”: la presenza delle ombre, serbate nel labirinto del tempo passato, che premono sulla membrana che separa il presente dalla consapevolezza di quanto il ricordo possa essere incisivo sull’adesso. Del resto, mi ha detto Bergomi nella quiete operosa della sua casa studio a Ome, nel Bresciano, in una dimensione familiare (Alma, le figlie Ilaria e Valentina e le nipotine) che diventa anche la fonte primaria a cui attingere una profonda verità umana e creativa, “Per far diventare artistica la vita la devi rileggere con la forma e quindi lavorare anche con elementi astratti. Inoltre, per me sono fondamentali pure la verifica nei musei e il desiderio di mettere il classico alla prova della realtà”.
Dal saggio Corpi d’anima e silenzio di Gabriele Simongini, tratto dal catalogo pubblicato da Skira in occasione della mostra: Giuseppe Bergomi. Sculture 1982 | 2024, Brescia, Castello Grande Miglio e Museo di Santa Giulia, 12 luglio – 1° dicembre 2024.