Linfoma a cellule mantellari: Chmp autorizza acalabrutinib


Il Chmp dell’EMA ha raccomandato l’approvazione di acalabrutinib in combinazione con bendamustina e rituximab per il trattamento di pazienti adulti con linfoma a cellule mantellari

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Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (Chmp) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) ha raccomandato l’approvazione di acalabrutinib in combinazione con bendamustina e rituximab per il trattamento di pazienti adulti con linfoma a cellule mantellari (MCL) non precedentemente trattati e non eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche.

La decisione si basa sui risultati dello studio di fase III ECHO, presentati al Congresso dell’European Hematology Association 2024, che hanno evidenziato un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla sola chemoimmunoterapia standard.

Risultati dello studio ECHO: efficacia dimostrata 
Lo studio ECHO ha dimostrato che la combinazione di acalabrutinib con bendamustina e rituximab riduce del 27% il rischio di progressione della malattia o morte rispetto alla chemoimmunoterapia standard (HR 0,73; IC 95% 0,57-0,94; p=0,016). La sopravvivenza libera da progressione mediana per i pazienti trattati con questa combinazione è risultata pari a 66,4 mesi, rispetto ai 49,6 mesi osservati con la sola chemoimmunoterapia. Questo dato rappresenta un miglioramento di oltre 16 mesi e rafforza il potenziale di acalabrutinib come innovazione terapeutica per il MCL.

Martin Dreyling, dell’Università LMU di Monaco e investigatore dello studio, ha sottolineato come questi risultati offrano una nuova prospettiva per la gestione di questa forma rara e aggressiva di linfoma, in particolare per i pazienti più anziani che necessitano di un equilibrio tra efficacia e tollerabilità.

Meccanismo d’azione di acalabrutinib
Acalabrutinib appartiene alla classe degli inibitori della tirosina chinasi di Bruton (BTK) di seconda generazione. Il suo meccanismo d’azione si basa sulla inibizione irreversibile della proteina BTK, fondamentale nella trasduzione del segnale nei linfociti B. L’attivazione di BTK favorisce la proliferazione, la migrazione e l’adesione delle cellule B neoplastiche; bloccando questa via di segnalazione, acalabrutinib impedisce la crescita e la sopravvivenza delle cellule tumorali.

Acalabrutinib ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole, con eventi avversi in linea con quelli già noti e senza nuovi segnali di sicurezza emersi nello studio ECHO. Attualmente, la combinazione con bendamustina e rituximab è già approvata negli Stati Uniti e in altri paesi, mentre ulteriori domande di autorizzazione sono in corso di valutazione in Giappone e in altre nazioni.

Il linfoma a cellule mantellari e il bisogno di nuove terapie 
Il linfoma a cellule mantellari è una forma rara e aggressiva di linfoma non-Hodgkin, diagnosticata spesso in fase avanzata. Sebbene la malattia risponda inizialmente ai trattamenti, le recidive sono frequenti. Il MCL rappresenta circa il 3-6% di tutti i linfomi non-Hodgkin, con un’incidenza annuale stimata di 0,5 casi ogni 100.000 abitanti nei paesi occidentali. Nel 2024, si stima che più di 6.000 pazienti siano stati diagnosticati con questa patologia in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.

Lo studio ECHO ha coinvolto 635 pazienti con età pari o superiore ai 65 anni, randomizzati per ricevere acalabrutinib oppure placebo in aggiunta alla terapia standard con bendamustina e rituximab. Tutti i pazienti hanno ricevuto sei cicli di trattamento ogni 28 giorni, seguiti da una terapia di mantenimento con rituximab per due anni in caso di risposta positiva.

Prospettive future
L’approvazione di acalabrutinib come primo inibitore BTK per il trattamento di prima linea del MCL in Europa potrebbe rappresentare un punto di svolta nella gestione di questa malattia. Se confermata, l’indicazione allargherà le opzioni terapeutiche disponibili, offrendo ai pazienti una nuova opportunità di trattamento con un profilo di efficacia e sicurezza comprovato. AstraZeneca continua a esplorare nuove strategie terapeutiche per il linfoma a cellule mantellari, inclusi studi su combinazioni con altre molecole innovative.